Artista:
Silvia Rocchi
A cura di:
Adiacenze
Assistente alla curatela:
Alice Pezzotta
Inaugurazione
23 novembre alle ore 17
Sede:
Via XXII Aprile, Spilamberto
In collaborazione con:
In collaborazione con Comune di Spilamberto e ANPI Sezione Spilamberto
Nell'ambito di Prospettive 2025
Con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Castel Bolognese, Comune di Spilamberto, Comune di Vernasca (Vigoleno), Comune di Granarolo dell’Emilia, Casa della Cultura Italo Calvino, Cronopios
Finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU
Promosso da Culturara - Comune di Calderara di Reno, Visit Vigoleno
Con il patrocinio di Fondazione Italia Patria della Bellezza
INFO: info@adiacenze.it
Domenica 23 novembre inaugura Parole ostinate, l’opera realizzata da Silvia Rocchi e curata da Adiacenze per la sesta edizione di Prospettive, programma di residenze d’artista in Emilia-Romagna, realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Spilamberto e in collaborazione con la Sezione ANPI di Spilamberto. L’evento di inaugurazione fa parte della rassegna IN PACE promossa dal Comune di Spilamberto.
A partire dal tema dell’edizione 2025 di Prospettive, la memoria e l’archivio, l’artista Silvia Rocchi ha approfondito le storie e le figure protagoniste della Resistenza a Spilamberto, in occasione dell’ottantesimo anniversario dalla sua Liberazione il 22 aprile 1945. La residenza dell’artista ha avuto luogo nei mesi di settembre e ottobre e si è articolata in un ciclo di incontri. I primi, che hanno coinvolto il Comune di Spilamberto, l’Associazione Partigiani locale e uno storico spilambertese, sono stati un’importante occasione di confronto che ha permesso all’artista di conoscere la storia di Spilamberto, in particolare negli anni finali della seconda guerra mondiale, e di scoprire i luoghi simbolo della sua Resistenza e i suoi protagonisti. L’ultimo incontro, a cui è stata invitata a partecipare tutta la comunità spilambertese, è stato un momento di condivisione e di scambio in cui l’artista ha potuto approfondire il periodo della guerra e gli anni della Resistenza partigiana attraverso i racconti, i ricordi e le testimonianze che vivono nella memoria di chi li ha vissuti ma che non trovano posto nella Storia “ufficiale”.
“Parole ostinate” è il titolo dell’opera esito di questo percorso: due disegni realizzati dall’artista che saranno installati in modo permanente sulle facciate delle due palazzine all’incrocio di Via XXII Aprile e con le quali Silvia Rocchi vuole restituire alla comunità di Spilamberto una parte dimenticata della sua storia. Le due illustrazioni, che nascono dallo studio dei documenti e delle fonti storiche e dal dialogo dell’artista con la comunità spilambertese, sono dedicate a due figure femminili: Emma Sala e Rosalia Haas, vittime entrambe, anche se in modi diversi, della guerra.
Di origini tedesche e vicina all’organizzazione partigiana locale durante la guerra, Rosalia Haas si era trasferita in Italia dopo aver sposato uno spilambertese. La mattina del 22 aprile del 1945 si presenta al comando tedesco e per la seconda volta il suo intervento riesce a evitare una nuova rappresaglia tedesca e salvare i residenti delle case popolari. Le parole “ostinate” che intitolano l’opera di Silvia Rocchi sono allora quelle di Rosalia Haas e della sua ostinazione a fare il possibile per salvare delle vite. Ma sono anche, più in generale, un riferimento alla resistenza e alla resilienza. Il loro significato è quindi più ampio e non si esaurisce nel riferimento al periodo storico della seconda guerra mondiale e al tema della Resistenza, ma si adatta a parlare anche ai nostri giorni.
Di Emma Sala non esistono memorie scritte né orali: le fonti archivistiche ci dicono soltanto che era nata a Modena in una famiglia molto povera e che era arrivata a Spilamberto nel 1919. La stessa mattina del 22 aprile del 1945, quando Rosalia Haas si trovava presso il comando tedesco, Emma Sala, nascosta nello scantinato delle stesse palazzine popolari, muore uccisa da un tedesco che intravedendola scostare una tenda per vedere cosa stava succedendo, l’aveva scambiata per un partigiano.
Attraverso l’intervento di Silvia Rocchi, Rosalia Haas ed Emma Sala ritornano così ad abitare i luoghi in cui hanno vissuto una parte delle loro vite e in cui le loro storie personali si sono intrecciate con il mosaico più grande della Storia. L’opera dell’artista non vuole soltanto riportare l’attenzione su di loro, ma attraverso la loro memoria realizzare un monumento a tutte le vittime dimenticate della guerra.
BIO
Silvia Rocchi (Pisa, 1986) vive e lavora a Bologna. Fumettista e illustratrice, ha studiato Belle Arti a Firenze, Bologna e Bruxelles. Ha all’attivo numerose pubblicazioni con i maggiori editori italiani di fumetto. I suoi lavori intrecciano generi diversi: dalle biografie a fumetti di Alda Merini (2012), Tiziano Terzani (2013) e Ettore Majorana (2015) ai graphic novel Brucia (2017), Susi corre (2019) e I sepolti vivi (2020). Nel 2015 vince il Premio Nuove Strade del Festival Comicon di Napoli e nel 2018 il Premio Boscarato del Treviso comics book Festival come miglior “autrice unica”. Ha collaborato inoltre con numerose riviste e quotidiani. Il suo ultimo fumetto è Vuoto a rendere edito da Il Sole 24 Ore Comics (novembre 2023).
A partire dal tema dell’edizione 2025 di Prospettive, la memoria e l’archivio, l’artista Silvia Rocchi ha approfondito le storie e le figure protagoniste della Resistenza a Spilamberto, in occasione dell’ottantesimo anniversario dalla sua Liberazione il 22 aprile 1945. La residenza dell’artista ha avuto luogo nei mesi di settembre e ottobre e si è articolata in un ciclo di incontri. I primi, che hanno coinvolto il Comune di Spilamberto, l’Associazione Partigiani locale e uno storico spilambertese, sono stati un’importante occasione di confronto che ha permesso all’artista di conoscere la storia di Spilamberto, in particolare negli anni finali della seconda guerra mondiale, e di scoprire i luoghi simbolo della sua Resistenza e i suoi protagonisti. L’ultimo incontro, a cui è stata invitata a partecipare tutta la comunità spilambertese, è stato un momento di condivisione e di scambio in cui l’artista ha potuto approfondire il periodo della guerra e gli anni della Resistenza partigiana attraverso i racconti, i ricordi e le testimonianze che vivono nella memoria di chi li ha vissuti ma che non trovano posto nella Storia “ufficiale”.
“Parole ostinate” è il titolo dell’opera esito di questo percorso: due disegni realizzati dall’artista che saranno installati in modo permanente sulle facciate delle due palazzine all’incrocio di Via XXII Aprile e con le quali Silvia Rocchi vuole restituire alla comunità di Spilamberto una parte dimenticata della sua storia. Le due illustrazioni, che nascono dallo studio dei documenti e delle fonti storiche e dal dialogo dell’artista con la comunità spilambertese, sono dedicate a due figure femminili: Emma Sala e Rosalia Haas, vittime entrambe, anche se in modi diversi, della guerra.
Di origini tedesche e vicina all’organizzazione partigiana locale durante la guerra, Rosalia Haas si era trasferita in Italia dopo aver sposato uno spilambertese. La mattina del 22 aprile del 1945 si presenta al comando tedesco e per la seconda volta il suo intervento riesce a evitare una nuova rappresaglia tedesca e salvare i residenti delle case popolari. Le parole “ostinate” che intitolano l’opera di Silvia Rocchi sono allora quelle di Rosalia Haas e della sua ostinazione a fare il possibile per salvare delle vite. Ma sono anche, più in generale, un riferimento alla resistenza e alla resilienza. Il loro significato è quindi più ampio e non si esaurisce nel riferimento al periodo storico della seconda guerra mondiale e al tema della Resistenza, ma si adatta a parlare anche ai nostri giorni.
Di Emma Sala non esistono memorie scritte né orali: le fonti archivistiche ci dicono soltanto che era nata a Modena in una famiglia molto povera e che era arrivata a Spilamberto nel 1919. La stessa mattina del 22 aprile del 1945, quando Rosalia Haas si trovava presso il comando tedesco, Emma Sala, nascosta nello scantinato delle stesse palazzine popolari, muore uccisa da un tedesco che intravedendola scostare una tenda per vedere cosa stava succedendo, l’aveva scambiata per un partigiano.
Attraverso l’intervento di Silvia Rocchi, Rosalia Haas ed Emma Sala ritornano così ad abitare i luoghi in cui hanno vissuto una parte delle loro vite e in cui le loro storie personali si sono intrecciate con il mosaico più grande della Storia. L’opera dell’artista non vuole soltanto riportare l’attenzione su di loro, ma attraverso la loro memoria realizzare un monumento a tutte le vittime dimenticate della guerra.
BIO
Silvia Rocchi (Pisa, 1986) vive e lavora a Bologna. Fumettista e illustratrice, ha studiato Belle Arti a Firenze, Bologna e Bruxelles. Ha all’attivo numerose pubblicazioni con i maggiori editori italiani di fumetto. I suoi lavori intrecciano generi diversi: dalle biografie a fumetti di Alda Merini (2012), Tiziano Terzani (2013) e Ettore Majorana (2015) ai graphic novel Brucia (2017), Susi corre (2019) e I sepolti vivi (2020). Nel 2015 vince il Premio Nuove Strade del Festival Comicon di Napoli e nel 2018 il Premio Boscarato del Treviso comics book Festival come miglior “autrice unica”. Ha collaborato inoltre con numerose riviste e quotidiani. Il suo ultimo fumetto è Vuoto a rendere edito da Il Sole 24 Ore Comics (novembre 2023).