LOW – Paolo Bufalini


invito Bufalini interno sito
immagine allestimento sala sopra
opera 1 sala sopra
opera sedia con sfera
particolare sfera opera sedia
opera pelle squalo
opera ingresso
immagine allestimento interrato
immagine guanto stanza sotto
particolare guanto artiglio
teschio con muro interrato
particolare teschio
Artista:

Paolo Bufalini

A cura di:

Adiacenze

Con un testo critico di:

Davide Da Pieve

Foto di:

Filippo Cecconi

Periodo:

15 giugno – 28 luglio 2018


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Venerdì 15 giugno alle ore 19.30 Adiacenze inaugura “Low”, mostra di Paolo Bufalini con un testo critico di Davide Da Pieve.

Low è la seconda mostra personale di Paolo Bufalini (Roma, 1994), nella quale verranno presentate nuove sculture e installazioni create appositamente per gli spazi di Adiacenze. In seguito alle due esposizioni in collaborazione con Daniele Pulze, Grande slime e Bello, tenutesi entrambe a Milano presso GAFFdabasso e Dimora Artica, e a quelle con Filippo Cecconi, ù e Nugget, rispettivamente presso TRIPLA (Bologna) e Spazio Intolab (Napoli), Paolo Bufalini torna a esporre a Bologna con una mostra site specific.

Nelle ultime collaborazioni sono state avanzate riflessioni paradossali, spiazzanti, di natura varia, volte a stimolare nuove riflessioni sulla pratica artistica. Dapprima è stata condotta una “speculazione sulla natura dell’universo” mentre, in seguito, sono state messe in discussione strutture concettuali canoniche della storia dell’arte attraverso interventi apparentemente molto semplici e spontanei.
Paolo Bufalini con Low propone gli ultimi risultati della sua ricerca, continuando a riflettere in una dimensione ambientale e scultorea degli oggetti.
Low è una parola inglese che può essere tradotta e intesa in italiano in vari modi: per esempio, come qualcosa di basso, che si trova a livello del suolo, ma allo stesso tempo è una parola spesso impiegata per descrivere stati d’animo poco confortevoli e atteggiamenti sottotono.
Dunque una mostra in cui eccessi e tensioni sovversive vivono in uno spazio ben orchestrato, in cui la fruizione è regolata con una cadenza precisamente studiata e tutt’altro che frenetica. Il piacere per il dettaglio, la fascinazione della scoperta si manifestano attraverso una serie di installazioni e sculture in cui forme e significati si stratificano l’uno sull’altro, generando unità dense, complesse e autonome.